
Compagnia Teatrale

LA STORIA della Compagnia Teatrale Diecca Fò'
La storica Compagnia del Teatro Amatoriale Umbro Dieccafò di Campello sul Clitunno, in provincia di Perugia, mette in scena fin dal 1986 lavori teatrali che ripropongono ed esaltano il tipico linguaggio popolare.
La locuzione “Dieccafò” che dà il nome alla Compagnia può essere tradotto in “da queste parti” ed infatti, sin dai primi lavori, sono state rappresentate situazioni ed avvenimenti che rispecchiano fedelmente le tipiche circostanze di vita quotidiana degli ambienti semplici e popolari della civiltà contadina, dei borghi e delle campagne dello Spoletino.
La prima commedia rappresentata, nel giugno del 1987, s’intitolava “Lu paese s’arpopolò”.
A seguire, negli anni successivi, vennero rappresentate, con periodicità annuale, le seguenti opere, tutte di autore anonimo: “Che vurdì la gelosia”, “La pancera”, “La bugia”, “Lu presepiu”. Quindi fu messa in scena una riedizione della famosa commedia di Edoardo Scarpetta Miseria e Nobiltà, tradotta in dialetto spoletino e con il titolo “Tanta miseria e poca nobiltà”. Fino alla commedia che ha dato più soddisfazioni e che resta un cavallo di battaglia della Compagnia: “La sposa e la cavalla” di anonimo.
Queste prime rappresentazioni si avvalsero della regia di Albano Meniconi che curò anche la messa in scena della commedia, scritta da Luigi Pacifici, “Me sa tanto che...”, la quale rappresenta anche il primo testo originale scritto per la Compagnia.
Nel corso di questi anni e anche negli anni successivi quasi tutte le commedie hanno avuto come musiche di scena arie popolari, canzoni e liriche inedite, scritte appositamente per ciascuna rappresentazione da Alvaro Taddei, il quale, nell'anno 1993, ha composto le musiche e le liriche della commedia musicale "I Promessi Spanzoni di Alessandro Mosi”, irresistibile parodia del celebre romanzo del Manzoni in chiave di tangentopoli. E' il primo grande successo di pubblico che consacrerà la compagnia.
L'anno successivo verrà messa in scena la commedia brillante "Vallechiara Terme" di Alberto Talegalli, unico testo teatrale del famoso comico spoletino mai rappresentato precedenza, per la regia di Giorgio Ferrari e con la prefazione di Enrico Vaime. Il salto di qualità è evidente, alla compagnia Dieccafò si aprono le porte dei maggiori teatri della regione, il Caio Melisso di Spoleto, dove il 19 e 20 maggio 1994 è rappresentata per la prima volta, il Torti di Bevagna, il Clitunno di Trevi ed infine il Morlacchi di Perugia. Il sodalizio con i teatri e con il grande pubblico delle piazze sarà rinnovato con "L'eredità", di Luigi Pacifici e regia delle stesso Ferrari. L'anno 1997 è la volta di "Pinocchio 2000", parodia musicale della celebre fiaba, che vede il connubio dei testi Luigi Pacifici e delle liriche e musiche originali di Alvaro Taddei. Per questa commedia la compagnia si avvarrà della prestigiosa regia del maestro Lino Procacci. Lo stesso regista offrirà la consulenza artistica per la messinscena di “Agenzia matrimoniale ", con il testo di Luigi Pacifici e la regia di Graziano Sirci.
L'attività della compagnia si è evoluta in presentazioni sempre più complesse ed impegnative cimentandosi in testi che, oltre all'uso del vernacolo, che resta sempre una delle prerogative del gruppo, hanno proposto situazioni, trame ed intrecci sempre originali ed esilaranti. caratteristica principale dei lavori messi in scena è la loro originalità. Nel 2001 la Compagnia si è cimentata nella stesura inedita del testo teatrale "Sistemiamo la suocera", riscuotendo un notevole successo presso il prestigioso Lyrick Theatre di Santa Maria degli Angeli in Assisi e grazie anche alla regia di Enrico Bellani.
Nel 2002 la compagnia ha esordito con una nuova commedia brillante' "Mejo armanè per S.Antonio" e nel 2003 con un'allegra farsa dal titolo "L'asino in tribunale” entrambe scritte ed adattate dalla compagnia stessa e dirette da Enrico Bellani.
Nel 2006 è stato presenta un testo inedito dal titolo “48, mortu che parla”, due atti comici in dialetto spoletino di Alvaro Taddei, anche autore delle musiche originali, la cui programmazione estiva ha raggiunto circa 30 repliche nelle diverse piazze regionali e nei teatri di Foligno, Assisi, Bevagna, Nocera, Spoleto e in Valnerina.
La Compagnia ha partecipato nello stesso anno alla XIV edizione del Chiostro D’Oro, festival del teatro dialettale promosso dal Comune di Montelparo di Fermo, nelle Marche, ricevendo un grande consenso di pubblico e un significativo riconoscimento quale “migliore rappresentazione artistica”. Quest’ultimo premio, tanto più significativo perché ottenuto fuori regione, corona il grande lavoro di ricerca di parole, vicende di vita vissuta e modi di dire in vernacolo spoletino, portato avanti
dall’autore ma con l’ausilio di tutta la compagnia e in particolare dalle autentiche colonne storiche del gruppo, il poliedrico Angelo Fortunati, che è anche Presidente della Compagnia, la insostituibile Serenella Leonardi e Florio Bravi con il suo innato talento comico.
Un premio che si aggiunge alla ricca collezione di successi, fra cui quello ottenuto nella rassegna teatrale estiva 2006 di Sant’Eraclio di Foligno, dove la compagnia ha presentato il lavoro “Mejo èsse che comparì”, sempre di Alvaro Taddei autore del testo e delle musiche originali, e che ha ricevuto il primo premio in diverse sezioni (migliore commedia, migliori attori protagonisti e migliore attore non protagonista).
Nel 2007 è stato rivisitato il testo della commedia già rappresentata in passato con il titolo originale “La sposa e la cavalla”. E’ stato registrato alla SIAE il nuovo titolo “La Cavalla” ed è stato riproposto al pubblico come nuova commedia in dialetto spoletino,con la regia di Alvaro Taddei, anche autore delle musiche originali.
L’anno 2008 ha visto il debutto di una nuova commedia dialettale dal titolo “Casamicciola”, rappresentata per la prima volta nei giorni 28 e 29 aprile 2008, nella storica cornice del Teatro F.Torti di Bevagna, nel cuore dell’Umbria. Alvaro Taddei è l’autore del testo e della selezione musicale, mentre la regia è stata curata da Katiuscia Patrizi.
Nel 2009 è stata rappresentata una commedia inedita, sempre di Alvaro Taddei, dal titolo “Impara l’arte”. L’anno successivo (2010) viene invece rappresentata la commedia “Mamma cerca maritu” dello stesso autore, sempre in dialetto spoletino.
Nel 2011 è stato presentato un nuovo testo di Alvaro Taddei, dal titolo “Il gatto di prova”.
Nel teatro di Dieccafò rivivono personaggi autentici del passato, sempre pieni di tanta verità con le loro piccole storie, le usanze e i paradossi che il dialetto rende ancora più divertenti, spontanei e molto credibili.
La compagnia persevera nella proposta di testi in vernacolo spoletino, con il proposito di conservare e raccontare la memoria di vicende passate che appartengono alla cultura del territorio spoletino, di inventare trame ed intrecci sempre originali ed esilaranti, di divertire con battute piccanti, mai volgari e, soprattutto, con una gran voglia di salire ogni volta sul palcoscenico, per emozionare e per emozionarsi.